Raffaello Sanzio
Uno dei più importanti artisti del Rinascimento italiano è stato sia un pittore che un architetto, ma è la sua fama da pittore che lo procede. La sua arte rappresenta l’ideale estetico del Rinascimento: opere che mostrano un perfetto equilibrio tra armonia e delicatezza. Non trovando dei modelli di perfezione nella realtà, Raffaello ha creato la sua bellezza ideale ed è diventato nei secoli, modello per tutte le generazioni di artisti futuri. Durante la sua vita da artista si spostò in vari centri d’Italia, tra cui Siena e Firenze che vanno a coincidere con il suo periodo di compimento della sua formazione; e soprattutto Roma, fase di maturità artistica e luogo in cui vide accrescere la sua fama grazie alle numerose commissioni papali, da Giulio II prima a Leone X poi. Ma è il periodo trascorso in Umbria che fu determinante per la formazione dell’artista sin dall’infanzia. Suo padre infatti, Giovanni Santi, era egli stesso un artista che possedeva una modesta bottega ad Urbino in cui il giovane Raffaello apprese i primi rudimenti di disegno e pittura. Morì a soli 37 anni nella città papale ma il suo genio ci ha lasciato una immensa e fortunata eredità.
Urbino
La sua origine fu romana ma è nel medioevo che si sviluppò grazie alla presenza della signoria dei Montefeltro. Con Federico da Montefeltro la città divenne uno dei centri più splendidi del Rinascimento, ospitando i maggiori artisti e letterati dell’epoca. Attualmente la città conserva quasi intatta la sua struttura urbanistica rinascimentale, con strade principali ripide ma larghe e la cinta muraria del Cinquecento. È famosa in particolar modo per essere la città che diede i natali a Raffaello Sanzio ed oggi è possibile visitarne l’abitazione, adibita a casa-museo, che conserva ancora il mobilio dell’epoca. Di particolare interesse è anche il Palazzo Ducale, che oltre ad ospitare attualmente la sede della Galleria Nazionale delle Marche (che custodisce splendide opere e collezioni rinascimentali), presenta il famoso Studiolo di Federico da Montefeltro, magnifica testimonianza del gusto fastoso della corte urbinate grazie alle splendide tarsie lignee rinascimentali, i trompe-l’oeil.
Città di Castello'
La cittadina fu fondata dall’antico popolo umbro ma dopo aver subito la dominazione romana e il successivo saccheggio da parte dei barbari fu ricostruita durate il periodo medievale con una cinta muraria difensiva. Il Rinascimento fu il periodo dello sviluppo economico e artistico, con il governo della signoria dei Vitelli, famiglia di condottieri e mecenati molto vicini ai Medici di Firenze, fu promossa la costruzione di molti palazzi commissionando lavori ai più grandi artisti dell’epoca, primo fra tutti Raffaello Sanzio. All’interno della chiesa di San Francesco l’artista urbinate dipinse la famosa tela dello Sposalizio della Vergine (oggi è presente una fedelissima copia) che fu portata via dalle truppe napoleoniche nel Cinquecento ed oggi è conservata nell’Accademia di Brera a Milano. Inoltre, Palazzo Vitelli alla cannoniera è sede attuale della Pinacoteca che conserva tra le altre opere di Raffaello.
Gubbio
Il borgo è uno dei centri più antichi dell’Umbria ma l’aspetto che ha oggi risale al periodo medievale con la sua struttura urbana formata da strade parallele collegate tra loro da gradoni, vicoli e scale. Fu un importante feudo non solo dei duchi Montefeltro ma anche dei Della Rovere e nel Quattrocento ebbe fortuna grazie alla produzione di maioliche legate alla figura del Maestro Giorgio da Gubbio. Negli ultimi anni il nome della cittadina si è accostata anche a quello di Raffaello a seguito di una scoperta durante l’inventariazione dei suoi beni culturali diocesani. Nel 2003 una tela attribuita ad un pittore minore attirò l’attenzione e fu subito mandata nei laboratori di restauro. Negli anni si sono susseguiti studi e teorie sulla possibilità che Raffaello Sanzio, durante il periodo di formazione giovanile, abbia partecipato alla sua realizzazione; al momento però l’opera, identificata come “il gonfalone Corpus Domini” non è ancora fruibile ma la diocesi è in procinto di organizzare una sua esposizione pubblica.
Perugia
Città d’arte tra le più ricche d’Italia, uno dei più bei borghi trecenteschi che per secoli fu sotto il controllo della Chiesa. Nella città di Perugia il grande Raffello Sanzio seguì l’apprendistato nella bottega di Pietro Vannucci, conosciuto soprattutto con il soprannome di Perugino, uno dei più importanti artisti dell’epoca. Durante il soggiorno in questa città iniziò a formarsi la sua identità, non solo apprese gli elementi dell’arte del suo maestro ma li superò facendo affiorare nella sua pittura elementi innovativi (l’evidente differenza tra allievo e maestro è ravvisabile tra due pale con stessa tematica “Sposalizio della vergine”). È possibile notare le differenze tra i due artisti nella cappella della chiesa di San Severo all’interno della quale si trova un affresco, intitolato “Trinità e Santi”, dipinto nella parte inferiore dal Perugino e nella parte superiore da Raffaello. L’artista urbinate diventò in breve tempo uno dei pittori più richiesti e realizzò in città diverse pale d’altare su commissione che purtroppo oggi non sono più presenti in loco ma conservate in vari musei del mondo.
Museo Storico Perugina ®
Secondo Museo d’impresa italiano racconta come Perugina®, da oltre un secolo, interpreti la passione degli italiani per il cioccolato.
Il Tour inizia con un breve video introduttivo, ricco di immagini e completato da una parte descrittiva sulla lavorazione del cioccolato. Il Percorso prosegue nella Galleria museale ricca di materiali tratti dal vasto Archivio Storico Buitoni Perugina®: immagini, incarti, confezioni e filmati tra cui la raccolta degli intramontabili Caroselli pubblicitari che suscitano stupore e piacevoli ricordi in tutte le generazioni. Una sezione è dedicata al mondo del cacao: la storia, le antiche tecniche di lavorazione fino al moderno processo produttivo. Particolare rilevo viene dato alla storia del mitico Bacio Perugina®: dall’intuizione della grande Luisa Spagnoli, fino al Bacio da record che campeggia all’interno del Museo.
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